Al comune di Reggio Emilia piace giocare d’azzardo

Lo scorso 20 giugno 2 nostri compagni sono stati condannati complessivamente a 3 anni e 6 mesi dal Tribunale di Reggio Emilia perché avrebbero vergato, su alcuni muri, scritte in solidarietà al movimento NO TAV ritenute oltraggiose verso il Presidente della Repubblica, nonché minacciose e ingiuriose verso il Procuratore della Repubblica e il Sindaco di Torino.
Nel processo il Comune di Reggio Emilia si è costituito parte civile al fine di ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali (consistente nel costo di ripristino del tinteggio) e di immagine, stabiliti dal giudice nella quota di 10.000 €, arrecati dalle scritte.
La costituzione di parte civile è stata autorizzata all’unanimità dalla giunta comunale con delibera (ID n. 113 PG n. 16984) del 4/6/2013 nel cui testo si fa riferimento a scritte NO TAV fatte sul muro ex Stalloni lato via Zaccagni e a diversi e aleatori muri di edifici del centro storico che farebbero parte dei beni culturali e artistici della città e come tali sottoposti a tutti i relativi vincoli e tutele.
Oltre alla rilevanza giuridica per cui non è ancora ben chiaro sulla base di quali prove certe e inconfutabili i nostri compagni sono stati condannati, e al di là del fatto che in ogni caso si tratta solo del 1° grado di giudizio, non si può non osservare come la frustrante politica legalitaria e securitaria dell’amministrazione comunale spinga la stessa a richieste oltremodo esose pur di ottenere la propria autocelebrazione, già esasperata dall’utilizzo unilaterale dell’informazione.
Ma nel gioco d’azzardo, effettuato con rilancio dall’avvocatura comunale, si palesa anche un’attività repressiva verso chi, con argomentazioni valide, ha espresso opinioni di dissenso contro il parcheggio interrato di piazza della Vittoria e la (dev)stazione TAV (mafio)mediopadana. Emblematico è il presidio costante di quest’ultima da parte degli agenti della municipale non per le infiltrazioni mafiose nei cantieri già accertate, ma per il pregiudizio e la psicosi dell’attivista NO TAV etichettato come pericoloso terrorista.
Le scritte sul muro ex Stalloni (unica proprietà del Comune citata negli atti giudiziari) di via Zaccagni recitano “LA REPRESSIONE NON CI FERMERA’ NO TAV – LIBER* TUTT* NO TAV”.
Ebbene queste parole sono state cancellate con poche pennellate di vernice (ripristino del tinteggio?) che sono di gran lunga molto più economiche del valore stimato come risarcimento patrimoniale. Per di più basta fare un semplice giro lungo il perimetro dell’edificio perché anche un profano possa rendersi conto che quei muri non godono di un buon aspetto.
D’altra parte, negli atti giudiziari è riportato chiaramente che tutte le altre scritte di cui i compagni sono stati accusati sono comparse su cabine ENEL già ampiamente imbrattate che, di certo, non sono né di proprietà del Comune di Reggio Emilia né sono censite nel patrimonio dei beni culturali e artistici.
Quanto alla “frustrazione dell’interesse collettivo, rappresentato dal Comune e concretamente perseguito dall’ente nel migliorare l’ambiente urbano” e “all’amministrazione efficiente ed efficace”, ci permettiamo di nutrire forti dubbi giacché il principio di buona amminstrazione è qualcosa di ben diverso.
Dove si trova l’interesse collettivo nelle pessime politiche sociali, abitative e sulla mobilità? Dove è il miglioramento urbano nella cementificazione selvaggia con consumo di suolo senza fine, nonché terreno fertile per le infiltrazioni della criminalità organizzata? Dove si scorgono i principi di efficacia e efficienza negli investimenti scriteriati, e con soldi pubblici, in certe aziende “partecipate”?

Collettivo AutOrganizzato R60
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