Venerdi 24 febbraio
ore 20:30
Cena di autofinanziamento del Collettivo R60!
al circolo Berneri-Federazione Anarchica Reggiana
Via Don Minzoni 1/d
Reggio Emilia
A seguire musica,chiacchiere e tanto vino popolare!
Non mancare!
Venerdi 24 febbraio
ore 20:30
Cena di autofinanziamento del Collettivo R60!
al circolo Berneri-Federazione Anarchica Reggiana
Via Don Minzoni 1/d
Reggio Emilia
A seguire musica,chiacchiere e tanto vino popolare!
Non mancare!
Dalle notizie che arrivano dall’OPG di Reggio Emilia apprendiamo, in queste ore, che dopo i ricoveri per ipotermia di alcuni detenuti alla fine, purtroppo, ci è scappato il morto! Sebbene non conosciamo le cause (apparentemente naturali secondo le prime informazioni) che hanno portato alla morte un uomo di 43 anni internato in uno dei cinque reparti sanitarizzati dell’ospedale psichiatrico giudiziario reggiano, tuttavia denunciamo come queste strutture, ed in generale tutti gli istituti di detenzione e i CIE, siano lager dove i detenuti, oltre a vivere circondati dal pregiudizio e con tutte le difficoltà dovute al sovrannumero e all’anzianità degli edifici, talvolta sono anche costretti a subire atti di violenza fisica e psicologica.In particolare, secondo una scala gerarchica del sistema del capitale, gli internati degli OPG sono gli ultimi tra gli ultimi. Ultimi in quanto, non potendo essere sbattuti in galera perché inidonei o ribelli all’autoritarismo carcerario, vengono dichiarati infermi di mente e avviati in un vero e proprio lager giudiziario sedati con psicofarmaci, letti di contenzione, botte e isolamento. Ultimi perché psichiatrizzati, definiti cioè “malati di mente” da medici complici del sistema repressivo, funzionale al profitto, e per tale motivo privati di ogni dignità. In tal senso, negli anni passati, segnalazioni di atti di violenza sono pervenute da altri OPG, in particolare da quello di Montelupo Fiorentino, dove sono stati denunciati casi di gente legata ai letti, docce fredde come forma di sanzione, termosifoni staccati per due settimane di fila, contenzione a mezzo di manette, la sedazione non consensuale con iniezioni di psicofarmaci, la rimozione degli oggetti personali e di abiti, lenzuola e coperte a scopo precauzionale e anche qualche pestaggio.L’edificio che ospita l’OPG di Reggio Emilia è stato trasferito, negli anni 90, presso la struttura di via Settembrini 8 dopo lo scandalo degli abusi del 1992, quando gli internati, che all’epoca erano detenuti in un vecchio castello medioevale in pieno centro, iniziarono a lasciare bigliettini con scritto “ci picchiano e ci legano ai letti” sui muri esterni della struttura.Secondo un’indagine del 2011 della Commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale nell’OPG reggiano vi sono internati 290 detenuti a dispetto di una capacità d’accoglienza di circa 130 unità. Per di più, oltre al sovraffollamento, sono state segnalate, a seguito di un monitoraggio degli istituti di pena in Italia del 2010, condizioni di scarsa qualità dei materiali di cui è fatto l’edificio: celle pensate per una persona che ospitano anche tre persone, bagni, docce e sistema di riscaldamento in cattivo stato di manutenzione e mal funzionante.Cattivo stato di manutenzione che continua ancora oggi,tanto che la scorsa settimana altri due uomini internati nell’opg sono stati ricoverati in ipotermia nell’ospedale S. Maria Nuova.Il sistema capitalista ha creato gli sfruttati e gli oppressi e, per chi si ribella alle leggi del padronato, ha creato le gabbie del carcere. Ma, non del tutto contento, ha creato anche l’arroganza totalitaria della psichiatria giudiziaria per mezzo della quale si è appropriato del diritto di decidere chi e cosa è “normale” e chi invece non lo è.
Il Collettivo Autorganizzato R60 sostiene la lotta contro tutte le strutture di reclusione (Istituti penitenziari, CIE, OPG etc) contestualmente alla lotta contro il sistema del capitale che ne ha bisogno per i suoi scopi repressivi,per la sua folle propaganda securitaria e per i suoi interessi legati al profitto.
Reggio Emilia, 11/02/2012
A tutti i cittadini
A tutti gli antifascisti
Oggi nel tentativo di raggiungere un locale pubblico dove ripararsi dal freddo, alcuni compagni del movimento di RE sono stati fermati dalla Digos e in tale occasione gli è stato notificato che per loro era impossibile raggiungere il locale di destinazione in quanto nella piazza antistante al bar, due ore dopo si sarebbe tenuta una manifestazione sulle foibe che prevedeva la partecipazione di vari gruppi legati all’estrema destra fascista.
Questa ci ricorda quando gli oppositori del fascismo venivano confinati,repressi, al fine di impedire un qualsiasi dissenso. Ci ricorda anche le disposizioni di legge fasciste che prevedevano il fermo dei soggetti politicizzati in determinate occasioni.
Inoltre alla domanda di un compagno se, da libero cittadino, poteva attraversare la piazza per accedere al locale, la risposta è stato un secco “ NO. Voi non siete liberi cittadini ”.
Ciò dimostra ancora una volta l’appoggio incondizionato di cui godono alcuni gruppi xenofobi, razzisti e autoritari da parte dello stato, di cui sono i naturali servitori, e delle sue forze di repressione,dell’assoluto menefreghismo dell’antifascismo istituzionale targato ANPI-CGIL-PD che continuano a riempirsi la bocca di belle parole ma di fatto rimangono complici del tentativo di radicamento di tali gruppi sul territorio.
Notiamo altresì come l’amministrazione comunale non abbia avuto difficoltà a concedere la piazza principale della città a gruppi fascisti mentre ha sempre negato l’agibilità a tutti coloro che si muovono in una direzione di radicale opposizione agli autoritarismi politici, economici e sociali.
L’INDIFFERENZA E’ COMPLICITA’
Gli antifascisti reggiani.
La grande giornata di lotta del 3 luglio 2011 per i beni comuni, contro le speculazioni
e contro lo stato mafioso, eravamo anche noi presenti al fianco
del popolo della Val di Susa.
In queste ore apprendiamo dell’attacco repressivo ai movimenti e riteniamo tale operazione
come l’ennesimo atto di criminalizzazione verso il dissenso e contro chi oggi vuole opporsi alle logiche del capitalismo.
Esprimiamo, quindi, la nostra più sincera solidarietà ai compagni e alle compagne arrestati/e (26)
chiedendone l’immediata scarcerazione nonché il ritiro delle denunce per tutti/e gli/le altri/e (15) reclusi
presso le proprie abitazioni per effetto degli obblighi di dimora.
Rivendichiamo la legittimità e la necessità di doverci difendere, e indiciamo, quindi, un presidio di solidarietà, per gli/le attivisti/e del
movimento NO TAV colpiti/e dalla repressione, per sabato 28 gennaio 2012 presso il Piazzale Marconi antistante la stazione di Reggio Emilia.
Aderiscono: Collettivo Autorganizzato R60, Laboratorio Sociale AQ16, FAI Reggiana, Alternativa Libertaria, FDCA, Rifondazione Comunista
La repressione fascista del regime autoritario targato Monti, e attuato da professori e tecnici massoni al servizio del capitale e della finanza, si è abbattuta sul movimento NO TAV con la solita arma meschina degli arresti, delle denunce, delle perquisizioni, delle violazioni della libertà e delle intimidazioni.
Il codice “Rocco” che in queste ore sta colpendo le compagne ed i compagni attivi nel movimento NO TAV rappresenta palesemente un tentativo di criminalizzazione del dissenso ad un opera, utile solo per le tasche dei soliti noti, da parte degli apparati di potere, della classe politica e del padronato che, sotto la spinta speculativa e mafiosa sulle grandi opere ed incuranti delle devastazioni ambientali, non sanno fare altro che avviare la militarizzazione forzata di una intera valle a difesa, anche con l’utilizzo di armi chimiche vietate, dei soliti interessi delle strutture del sistema capitalista.
Ma siamo sicuri che a banchieri, finanzieri, padroni, mafiosi, politici e giornalisti asserviti tremano le gambe di fronte ad una appassionata e determinata autorganizzazione della lotta dal basso delle popolazioni della Val Susa. Una lotta portata avanti per anni e che sa generare un naturale entusiasmo nelle coscienze ribelli. Una lotta che come Collettivo Autorganizzato R60 intendiamo supportare e sostenere direttamente, sul campo, o indirettamente, creando occasioni di confronto e di dibattito, anche a Reggio Emilia, con le compagne ed i compagni che da anni si battono contro un’opera inutile e costosa in termini economici e ambientali.
Alle popolazioni della Val Susa, al movimento NO TAV e alle compagne ed ai compagni arrestati, denunciati, perquisiti, intimiditi e privati delle loro libertà va tutta la nostra solidarietà.La solidarietà è un arma,usiamola!
Collettivo Autorganizzato R60 – Reggio Emilia
r60@inventati.org
L’ autorganizzazione,l’autogestione,la socialità,l’iniziativa dal basso,fanno sempre più paura a questo sistema che ci sfrutta ogni giorno; per questo motivo un grande esempio di Autogestione come il Guernica è stato sgomberato per l’ennesima volta.Vista la grande solidarietà che hanno ricevuto i compagn* che mandavano avanti il progetto ,le forze politiche della città ,messe con le spalle al muro,hanno pensato bene di rispondere con le solite armi:denunce,obbligo di firma e arresti!
I compagni e le compagne del Guernica vengono fatt/e passare come criminali,per cosa poi? La loro colpa è quella di essere veri antifascisti,la loro colpa è quella di aver provato a bloccare un convegno fascista il 28 ottobre 2011 a Modena.La Modena antifascista,la modena medaglie d’oro della restistenza,belle parole,ma ormai i partiti e le associazioni istituzionali che si rifanno a questi valori,hanno dimostrato a più riprese tanto a Modena quanto da noi a Reggio Emilia che per loro questi sentimenti sono veramente solo parole.Nessun convegno fascista,nessun covo fascista,può essere tollerato,come hanno dimostrato i compagni e le compagne del Guernica,senza se e senza ma,proprio il contrario di quello che hanno fatto le istituzioni modenesi.
Piena solidarietà a tutt* i compagn* del Guernica!
L’ ANTIFASCISMO NON E’ REATO.
Collettivo AutOrganizzato R60 – Reggio Emilia
r60@inventati.org
Ci risiamo!
Ancora una volta si è messa in
moto la macchina repressiva e
autoritaria della combriccola di potere
modenese. I padroni e le loro
marionette di palazzo, con il solito
ausilio della violenza in divisa,
hanno sgomberato per l’ennesima
volta il “Guernica”. Evidentemente al
sistema del capitale e a tutte
le strutture di potere ad esso servili
da molto fastidio uno spazio in
cui il dinamismo politico e sociale
nasce spontaneamente dal basso e
attraverso l’aggregazione,
l’organizzazione della lotta ed il
confronto delle idee.
Ma il potere
autoritario modenese si sbaglia se
pensa di fermare con la repressione
la lotta! Il Guernica non si può
fermare né si può fermare la
determinazione dei/delle nostri/e
compagn* modenesi, compagn* a cui va
tutta la nostra solidarietà e la
nostra vicinanza, compagn* che saremo
sempre pronti a sostenere e a
supportare per altre dieci, cento, mille
occupazioni!
IO STO CON IL GUERNICA!
Collettivo Autorganizzato R60 – Reggio Emilia
r60@inventati.org