Solidarietà ai compagni reggiani colpiti dalla repressione

Solidarietà ai compagni reggiani colpiti dalla repressione!
Difendere ed ampliare le libertà conquistate con la Resistenza contro il nazifascismo!

Da diverso tempo stiamo assistendo ad un inasprimento delle misure repressive ed intimidatorie nei confronti de* compagn* più attiv* del movimento reggiano.

Certi episodi che possono apparire come isolati e disgiunti, in realtà costituiscono un disegno ben definito e riflettono qual’è la vera natura e la reale intenzione dei vari organi repressivi sia nazionali sia locali, accaniti, più che mai, in una diffusa campagna di criminalizzazione e oppressione violenta delle lotte.

A Reggio Emilia, dal 23 gennaio, due compagni del Collettivo Autorganizzato R60 sono sottoposti a obbligo di dimora con divieto di uscita notturna quale misura cautelare, senza un processo e senza prove, poiché indagati per scritte murali in solidarietà al movimento NOTAV.

Il 19 febbraio, ha avuto inizio il processo a carico di Mattia Cavatorti (prossima udienza 18 giugno), per i fatti relativi al 28 aprile 2009,quando la DIGOS reggiana non ha esitato a sparare a 3 giovani antifascisti rei di aver manifestato la propria opposizione ai neofascisti di Casapound.

L’11 aprile un’ondata di 22 denunce ha colpito vari compagni del movimento reggiano rei di aver partecipato a un corteo studentesco nel dicembre 2010.

I suddetti episodi di repressione locale non sono fuori dall’ordinario, ma rientrano in un progetto più ampio volto a soffocare ogni lotta dal basso.

E allora si reprime e si criminalizza:

chiunque lotti contro disoccupazione, sfratti, miseria e lutto perpetuati dai ben noti banchieri, speculatori, palazzinari, mafiosi di questo paese disposti a tutto pur di gonfiare i loro portafogli;

chiunque si attivi per difendere e conquistare posti di lavoro (il trattamento delle forze dell’ordine e
delle procure sugli operai dell’Ikea è emblematico, così come lo sono i
recenti eventi all’ospedale San Raffaele a Milano);

chiunque si autorganizza per costruire dal basso una nuova società dove casa, lavoro, dignità e solidarietà ne siano i punti cardine della sua essenza.

E’ singolare come nella città medaglia d’oro della Resistenza chi oggi conduce una strenua lotta quotidiana e senza quartiere contro l’abbruttimento sociale, materiale ed intellettuale in cui la società capitalista ci sta portando, venga fermato, arrestato, intimidito e denunciato.

La procura di Reggio Emilia, la Digos e gli altri organi repressivi sono in perfetta sinergia con la campagna nazionale di attacco alle lotte: cercano ogni cavillo, ogni minima norma, ogni possibilità per mettere un freno a quello che non possono fermare, un cambiamento sociale possibile e necessario.

La massiccia quantità di soldi pubblici che gli inquirenti reggiani sperperano, aiu danni della collettività, facendo uso di tecnologie costose come microspie, dispositivi GPS, intercettazioni telefoniche, pedinamenti per colpire il dissenso, si possono spendere per fronteggiare le drammatiche emergenze lavorative e abitative presenti sul territorio.

Invitiamo tutti i lavoratori, i disoccupati, gli immigrati, i democratici a solidarizzare con i compagni denunciati ed intimiditi, a partecipare al Comitato contro la Repressione.

Costruire la solidarietà qui ed ora è possibile e necessario.

COMITATO CONTRO LA REPRESSIONE – REGGIO EMILIA

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