Il Collettivo AutOrganizzato R60 esprime piena solidarietà a tutti gli studenti in lotta per la riappropriazione del loro futuro

Ancora una volta la città di Roma è stata aggredita dalla mano autoritaria e brutale di una politica capace solo di indossare caschi e divise e, con i manganelli, di difendere gli interessi di tutte le ingorde strutture di potere economico, finanziario e politico.

Le trasformazioni liberiste che il capitalismo sta violentemente attuando sulla società trovano terreno fertile negli interventi riformisti e legiferatori di una politica sempre più marionetta della classe padronale. Se da un lato le riforme del mercato del lavoro, attraverso la flessibilità, la precarietà e la distruzione dei diritti, lasciano ampi margini per l’accrescimento dello sfruttamento, del ricatto e dell’oppressione, già tremendamente amplificati in una società dominata dalla privatizzazione e dalla mercificazione dei bisogni e dell’esistenza, dall’altro la legislazione tende sistematicamente a legittimare sempre più una maggiore repressione del dissenso attraverso l’uso di misure fasciste come il divieto di manifestare, il DASPO, il carcere preventivo, le perquisizioni, il controllo, gli sgomberi e le intimidazioni.

Tutti gli apparati di dominio economico, finanziario e politico hanno trovato uniformità di espressione nel ripudiare gli scontri del 15 ottobre a Roma chiedendo a gran voce un intervento massiccio e repressivo che ingabbiasse e soffocasse la volontà di lotta e di autodeterminazione da parte di chi non vuole più essere sfruttato, non vuole più essere oppresso, non vuole più essere flessibile, non vuole più essere precario, non vuole più essere ricattato e non vuole più essere privatisticamente espropriato dei beni comuni e dei bisogni più naturali legati all’esistenza.

La vera violenza è il ricatto subito ogni giorno da tutti i lavoratori costretti ad adattarsi alla necessità di affittare alla classe padronale il proprio lavoro fisico o cognitivo sottoforma di schiavitù salariata; la vera violenza è di coloro che divulgano l’idea che sia meglio avere un lavoro precario o flessibile piuttosto che non averlo, legittimando di fatto tutte le speculazioni di sfruttatori e oppressori ai danni delle condizioni lavorative; la vera violenza è di coloro che permettono ad industriali ed imprenditori di mettere le loro avide mani sui saperi e la conoscenza attraverso le riforme liberiste in materia di istruzione ed università; la vera violenza è di coloro che legalizzano la mercificazione delle risorse e dei beni comuni non rivali e non escludibili; la vera violenza è di coloro che devastano e saccheggiano il territorio, l’ambiente e la natura per trarne uno squallido profitto; la vera violenza è rappresentata dalle fruttuose rendite estorte ai cittadini speculando sui loro bisogni vitali come la casa, la salute, l’acqua etc.; la vera violenza risiede nelle leggi razziste sull’immigrazione create ad hoc perché la classe padronale potesse attuare meglio le forme di sfruttamento della forza lavoro, contestualmente al reato di clandestinità, nonché l’arma del ricatto per tutti i lavoratori; la vera violenza è di chi, in nome di una stranissima pace a garanzia del capitale, pone in essere azioni di guerra in ogni parte del pianeta; la vera violenza è chi specula sulle paure e le incertezze inventandosi la nascita di formazioni armate attorno ai movimenti e allontanando l’attenzione delle persone dalle lotte; la vera violenza è la subdola connivenza di stampo capitalista tra politica, economia e finanza finalizzata all’accumulo, sempre più meschino, di ricchezza di pochi con il conseguente impoverimento di fasce sempre più ampie della popolazione.

Il cancro del pianeta, ovvero il capitalismo, che sia esso industriale, finanziario o cognitivo, non è in crisi come vogliono farci credere, ma si sta rimodellando e ristrutturando nel tentativo di estendere la sua capacità di potere su ogni aspetto della nostra esistenza.

La crisi economica e finanziaria è tale solo per chi la subisce, ma per chi la dirige, ovvero l’insieme di tutti gli organismi di dominio economico, finanziario e politico, è solo una ghiotta occasione per avviare ed ottimizzare una ulteriore fase di egemonia e di controllo assoluto sulle nostre vite.

Tutte le forme di violenza che il capitalismo mette in atto ogni giorno non possono fermare ne intimidire l’attività di lotta finalizzata alla costruzione dal basso di un mondo differente.

Ribadiamo pertanto la nostra solidarietà ed il nostro appoggio a tutti gli studenti in lotta e ne supportiamo il coraggio, l’entusiasmo e la volontà di riappropriazione del loro futuro.

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